Riassumendo, insomma, un Project Manager deve saper:
- Pianificare il progetto, progressivamente e con il grado di dettaglio più opportuno
- Organizzare le risorse disponibili, costruire e sviluppare il team, coinvolgendo le persone e favorendo autonomia decisionale nella distribuzione del lavoro e responsabilizzazione sui risultati.
- Favorire la comunicazione efficace ed efficiente tra le parti evitando fraintendimenti
- Monitorare e controllare lo stato di avanzamento dei lavori e proporre aggiustamenti di rotta quando necessario
- Preparare la documentazione riassuntiva del progetto utile ai responsabili aziendali.
Ritorniamo a noi… a cosa serve un corso di project management?
Essere un Project Manager a livello professionale è meno semplice di quel che sembra, vero?
Insomma, apparirà ormai evidente che l’aver saputo organizzare una bella festa di compleanno per nostra figlia o figlio, occupandoci personalmente degli inviti, della prenotazione della sala, dell’accordo con il catering, della prenotazione e ritiro della torta e dell’acquisto del regalo, non ci rende necessariamente Project Manager capaci di gestire progetti più grandi e con un maggior numero di soggetti coinvolti come, ad esempio, organizzare lo sviluppo di un prodotto industriale o la partecipazione ad una fiera internazionale.
Quella del Project Manager è una professione di grande responsabilità, le cui competenze vengono richieste in qualsiasi settore e comparto, dalla tecnologia alla sanità, dalle costruzioni allo sviluppo software. Saper organizzare e controllare tutti gli aspetti di un progetto, affrontandone la complessità con tecniche e strumenti adatti, richiede infatti non solo esperienze dirette, ma anche conoscenze teoriche che possono essere apprese al meglio nei corsi di Project Management.
È indubbio che un Project Manager “professionale” si differenzi da un PM “amatoriale” per preparazione e competenza, per la conoscenza di metodi di lavoro consolidati e capacità di semplificare il lavoro da svolgere per raggiungere gli obiettivi di progetto. Imparare ad applicare le più efficaci tecniche e gli strumenti più opportuni nelle diverse situazioni permette di migliorare l’efficacia e l’efficienza di gestione, concretizzando il successo del progetto.
Un altro buon motivo per investire in un corso di Project Management? Una eventuale certificazione finale che attesta le tue competenze, permettendoti di ottenere avanzamenti di carriera e, perché no, presentarti in modo più autorevole nel mercato del lavoro.
Anche in questo caso, prima di rispondere alla domanda dobbiamo comprendere il contesto, e definire gli obiettivi.

Ma quale corso di project management scegliere?
Se si opera esclusivamente in Italia e magari per la PA (Pubblica Amministrazione), può aver senso orientarsi verso le certificazioni ISIPM Base e/o Avanzata o intraprendere un percorso formativo che si completa con la certificazione UNI 11648, unica certificazione riconosciuta dall’ordinamento del nostro Paese.
Se invece il contesto è in ambito privato, e i clienti e fornitori sono di respiro internazionale, può essere preferibile una credenziale come la PMP® del PMI®, la più diffusa e riconosciuta a livello globale.
Anche la britannica Prince2 rappresenta una metodologia molto diffusa ed applicata.
In ogni caso, a prescindere dalla certificazione, è sempre consigliabile frequentare un corso di Project Management che abbia a riferimento standard internazionali e metodologie consolidate, garanzia di serietà ed efficacia di quanto appreso.
Noi di Progettualitalia, nel frattempo, ti sosteniamo con contenuti formativi, tavole rotonde, eventi in diretta, contenuti dedicati, discussioni e networking. Come? Con la community di Progettualitalia a cui puoi iscriverti qui, e magari facendo un pensierino alla 9a edizione di PMP.Tutoring, il percorso online per la preparazione all’esame PMP (Project Management Professional) del PMI, in partenza all’inizio di marzo.